7° giorno di maratona sul Lago d’Orta – 10/08/2014
- Scritto da Michele Rizzitelli
Tra gli stranieri, oltre al forte Kroer Werner, in testa per somma totale dei tempi delle prime sei maratone,
c’erano il tedesco Hoffmann Frank, alto due metri, e la compagna
Schnacknberg Gabi, decisamente più piccola, racimolati da Paolo nel suo
lungo peregrinare per le strade d’Europa.
Tutti erano al riparo sotto la
pensilina, quando arrivò l’ordine perentorio di Paolo: “Ai vostri
posti!”. Sotto la pioggia, patron Paolo Francesco Gino afferrò il
microfono e tuonò:
“Cari amici, grazie per essere qui.
Ma noi no! Andiamo avanti. Siamo alla settima maratona consecutiva.
Dei 19 iscritti “alla 10 in 10” quelli che le vogliono fare tutte sono rimasti in 16: 12 uomini e 4 donne.
Oggi, domenica, è il giorno in
cui abbiamo la maggior partecipazione di amici che ci sostengono,
correndo con noi solo una volta una maratona. Complessivamente siamo in
48 ….
Spero che sorella pioggia benedica il nostro cammino, come ha spesso fatto, ma senza esagerare.
Dieci giorni di corse e relax sulla spiaggia “Naturalbaay” del
Lido di Gozzano, che fornisce il supporto logistico, docce, bagagli,
ecc. Da qui si parte e si arriva, dopo aver fatto un doppio giro di
andata e ritorno di dieci chilometri e 500 metri. Il circuito è stato
misurato e validato da un geometra e un ingegnere abilitati. Per cui
correremo una doppia mezza maratona. Partiamo di qui in quella
direzione. Andiamo fino a Ronco di Pella, dove c’è il giro di boa con il
controllo e torniamo qui dove si prende il tempo della mezza. E poi a
ripetere. E’ su strada e sentieri pianeggianti tutto in riva al lago. Le
strade sono aperte, quindi attenti alle macchine. Tenete sempre la
destra andando, e la sinistra tornando, state dalla parte del lago
comunque. L’unico pericolo che c’è è un pò di traffico quando uscirete
al 5° chilometro dopo il primo ristoro. I ristori sono tre, qui, 5° km e
al giro di boa. Ci sono anche circa dieci fontanelle. Tre servizi
igienici sul percorso. Le spugne non ve le abbiamo date perché non siete dei pivellini, e dovreste avere sempre con voi la vostra.
il pettorale dovete tenerlo tutti i giorni di gara e restituirlo all’ultimo giorno se volete la medaglia.
I cartelli chilometrici della
gara sono quelli bianchi. Il cronometraggio sarà eseguito manualmente.
Le classifiche giornaliere degli atleti partecipanti saranno pubblicate
sul sito www.clubsupermarathon.it ed esposte sul luogo di partenza il giorno successivo a quello della gara.
Il tempo limite
per concludere la gara è fissato in 7 ore. Ma aspettiamo tutti. La
scopa la faccio io, mentre da apripista abbiamo Marcello con la Mountain
Bike.
Non Sporcare! Gettare spugne, bottiglie e bicchieri negli appositi contenitori. Lasciamo il lago pulito e splendido come lo abbiamo trovato. Anzi se ci sono cartacce raccattiamole. Grazie”.
Poco dopo la pioggia cessò, e fu un
piacere correre. Con l’andare dei chilometri, anche il vociare diventò
flebile, scoraggiato dalla fatica che andava facendosi sentire.
Naturalmente, i maratoneti “giornalieri”
hanno fatto i campioni. Freschi com’erano, hanno sparato tutte le loro
cartucce, e avranno tutto il tempo che vogliono per recuperare.
Ma tra i “fedelissimi” l’euforia è alta.
Buona parte della gara è stata archiviata. La porta di entrata nel
tunnel dei primi giorni di gara è scomparsa nel buio; s’intravede la
luce della porta dell’uscita. L’avvicinarsi del traguardo ha un effetto
psicologico formidabile. E’ come una liberazione. L’ultimo terzo di gara
non sarà più facile. Molte altre insidie si nascondono dietro l’angolo.
La fine della fatica a pochi passi, però, agisce come un’illusione
ottica: il traguardo è ancora lontano, ma viene percepito come vicino, e
la sua visione virtuale può scatenare immense energie. L’uomo è fatto
così. Non è la somma aritmetica di reazioni biochimiche: molto di più.
E’ un sistema olistico molto complesso.
Allora, non più pioggia, solo vento.
Buon vento! Spiri prospero in poppa ai maratoneti, asciughi il loro
sudore e renda più sopportabile la loro fatica.
Finita la gara, non s’è avuto bisogno
neppure del pasta party. Festeggiata a suon di tintinnii di bicchieri di
spumante l’entrata nel Club del lucano Antonio Leopardi Barra, subito via alla volta del Lago Maggiore (da queste parti i laghi non finiscono mai), passando dai 1491 m del Mottarone.
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