Tre lettere incise su un’altra casa, O.N.C., tracciavano sinteticamente la storia del borgo rurale.
L’Opera Nazionale Combattenti fu
istituita nel 1917 e si proponeva di dare casa e terra ai reduci della
prima guerra mondiale per favorire il loro reinserimento nella vita
civile e ripagarli delle sofferenze patite nelle trincee del Carso. La
bonifica dell’Agro pontino, ad esempio, è il risultato dell’applicazione
pratica di queste idee. Nel 1935, la direzione dell’Ente venne affidata
ad Araldo di Crollalanza, efficientissimo e integerrimo “governatore”
della Puglia, che fece molto per la Regione.
Tutto il borgo era un’insieme di archi.
Si correva fra archi a non finire, forse più numerosi degli stessi
abitanti, inseriti in strutture che davano un senso di potenza
all’ambiente, influenzando positivamente la fatica degli
ultramaratoneti. Perché l’atmosfera, il paesaggio e l’architettura del
percorso influenzano la prestazione atletica.
Pochi metri nel centro abitato, e ci si
trovava subito in viali fiancheggiati da eucalipti, qualche pino e
qualche quercia, immersi nella campagna del Tavoliere, fatta di
boschetti, uliveti e spighe di grano mosse dal vento, sulla quale
dominava l’alto campanile del vicino Santuario dell’Incoronata. Se le
quattro case del borgo sono recentissime, la chiesa ha una storia
millenaria ed era posta sulla Via Sacra Longobardorum, per la quale i
Longobardi salivano a Monte Sant’Angelo a venerare il loro patrono, San
Michele Arcangelo. Federico II di Svevia (1194-1250), che amava
praticare la caccia, si fece costruire un castello da queste parti.
Una gara con pochi partecipanti, si
direbbe. Ma se si paragonano i 36 classificati con i 1000 abitanti che
popolano il borgo e la campagna circostante, essi rappresentano il 3,6%;
mentre i 20.000 maratoneti di Roma, rispetto ai suoi 3.000.000 di
abitanti, rappresentano soltanto lo 0,66%; peggio ancora è messa la
mitica New York, i cui 50.000 partecipanti rappresentano soltanto lo
0,45% rispetto ai suoi 11.000.000 di abitanti. Pertanto, la 6 ore del
Borgo è la più partecipata del mondo in termini relativi, che si
dimostrano un criterio di giudizio più appropriato dei valori assoluti.
Naturalmente, questa è una battaglia persa, perché i forti impongono, a
seconda delle circostanze, il criterio per loro più conveniente, che poi
convertono in legge! Per quanto riguarda i costi… meglio non parlarne!
Come accennato, l’ambiente condiziona la
prestazione. Hanno tratto il maggior beneficio dalla scritta,
dall’aquila romana, dagli archi e dalla quiete della campagna, Vito
Intini (66,950 km) e Nunzia Patruno (53,560 km), vincitori della 6 ore, e
Luciano Raffaele (3:21:02) e Giovanna Carla Gavazzeni (5:54:40),
vincitori della maratona.
Le premiazioni sono state effettuate
sotto gli archi comunali percossi dal vento, mentre calde luci
rischiaravano la piazza deserta.
Faccio appena in tempo a prendere un
caffè al bar, che sta già chiudendo. Ma com’è la vita in un borgo con
poche case? La pace della campagna è preziosa. Ma anche di troppa pace
si può morire!
by Michele RIZZITELLI
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